Intervista a Salvatore Orsini, Responsabile del centro d'ascolto
Il nostro “Centro di Ascolto” fa dell’ascolto il suo modus operandi. Accogliamo persone che si trovano in situazioni di disagio e di difficoltà. Operiamo attraverso il servizio di 11 volontari che offrono un primo contatto con noi e assicurano una pronta risposta ai bisogni più urgenti di ogni singola richiesta.
Il responsabile di questo importante servizio è Salvatore Orsini, volontario che, ormai da più di 30 anni, svolge il delicato compito dell’ascolto.
Con lui vogliamo conoscere più da vicino l’operato del Centro, le domande più frequenti, i cambiamenti sui disagi, l’interazione con la rete di servizi presenti sul territorio.
Da quanto tempo è attivo il Centro Ascolto, quali sono gli orari e i giorni in cui è attivo?
Il Centro opera a Casarano da 3 anni, offriamo un incontro di gruppo ogni 15 giorni (il martedì dalle ore 19.00 alle ore 21.00). Inoltre, nel nostro programma sono previsti incontri con le famiglie delle persone che si sono rivolte a noi, perché possano sia essere più consapevoli dei motivi che le hanno portate nel nostro Centro, sia perché possano essere loro di supporto nella fase di recupero e reinserimento socio-familiare. Il nostro servizio sarà sospeso, per il periodo estivo, dal 19 giugno.
Alle persone che si rivolgono a noi, offriamo il sostegno di cui hanno bisogno. Il percorso si sviluppa in una doppia fase. La prima prevede degli incontri individuali e di gruppo che pongono al centro la persona e sono dedicati all’ascolto, sia per un’immediata comprensione dei suoi problemi, sia per un sostegno psicologico e morale, e, talvolta, sono finalizzati all’inserimento in comunità di recupero. Nella seconda fase è previsto, alla presenza delle persone che si sono rivolte a noi, l’ascolto dei loro familiari, che parallelamente vivono gli stessi disagi di chi ha una dipendenza. Molto spesso, infatti, anche loro hanno bisogno di sostegno durante un percorso di recupero.
Quante persone ci lavorano e qual è la loro preparazione?
I nostri volontari non hanno competenze particolari, ma mettono a disposizione di chi si rivolge a noi, le proprie capacità di ascolto, di sostegno, di comprensione delle difficoltà e necessità, di solidarietà, per mettere a proprio agio e per non far sentire sola la persona sin dal primo approccio con la nostra struttura.
Offriamo anche la possibilità di essere ospitati presso famiglie disponibili a condividere con loro alcuni giorni, partecipando alla quotidianità familiare.
A chi si rivolge in particolare? A quali tipologie di situazioni?
Il nostro servizio è rivolto principalmente a chi vuole uscire da dipendenze da droghe, alcol, gioco, ma, al tempo stesso, siamo disponibili ad ascoltare chiunque si rivolga a noi per problemi familiari, relazionali o per qualunque altra povertà.
Siamo aperti a qualunque necessità, cerchiamo di coprire qualunque richiesta e per questo non possiamo stilare una relazione dettagliata che raggruppi per età o per fascia sociale le persone alle quali rispondiamo. Posso solo rilevare che, solitamente, le persone che si avvicinano sono maggiorenni.
Quanto è stato frequentato nel corso di quest’anno? Sono state riscontrate delle differenze o delle novità rispetto agli anni precedenti?
Fattore costante nel tempo e nei disagi è la mancanza di comunicazione, sia all’interno che all’esterno della famiglia. In particolare, l’attuale crisi economica è maturata negli ultimi anni a causa della frenesia che porta le persone a spendere il denaro non solo per soddisfare i bisogni primari, ma soprattutto, per andare incontro a quelle “necessità” (dettate dal consumismo, e che tali non sono), che, più o meno inconsapevolmente, hanno preso il posto dei primi.
C'è reticenza, o le persone si confidano senza troppi problemi?
C’è molta reticenza e forse anche un po’ di diffidenza, visto che passano dai 2 ai 5 incontri prima che la persona si senta a proprio agio e si apra parlando di sé quando è in gruppo. E’, invece, più facile che ci si confidi nell’ambito di un colloquio privato. Nella mia esperienza, ho notato che è difficile parlare di sé, ma ancor più difficile è parlare delle cose positive accadute nella propria vita. I nostri operatori sanno che tutto ciò che emerge nei colloqui privati sono argomenti e situazioni molto delicati, particolari e per questo mantengono sempre la massima discrezione.
Il luogo in cui operare è importantissimo. Molto spesso non si riesce a trovare un luogo che offra riserbo e silenzio, condizioni indispensabili per ben operare in questo settore così particolarmente delicato anche per far sentire l’altro al centro dell’attenzione.
Lo sportello è legato ad altre realtà, tipo assistenza sociale o altro?
Nel gruppo dei nostri volontari ci sono anche delle competenze specifiche: ci avvaliamo, infatti, anche della presenza di una psicologa che, molto spesso, presta la sua professionalità nei colloqui privati.
Il nostro “Centro di Ascolto” collabora con il SERT in maniera importante. Inoltre, per chi ha gravi problemi di dipendenze da gioco, droghe, alcol, facciamo sempre riferimento alla “Comunità San Francesco” di Gemini che offre un servizio più specialistico.
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